16 Feb La Mariele
Cara mamma,
Sento il bisogno di ricordare qui, insieme alla nostra famiglia e a tutti i nostri amici, che donna e mamma unica tu sia stata … e spero solo di esserne all’altezza.
In questa prima giornata senza di te abbiamo ricevuto tantissime manifestazioni di vera amicizia e di grande affetto. Erano tutte per te, che manchi già terribilmente a tutti.
Per tutti sei sempre stata “la Mariele”, una specie di istituzione fatta di altruismo, accessibilità e simpatia, racchiuse in una straordinaria carica umana che riuscivi a trasmettere già con il tuo sorriso. La Mariele che riusciva a chiacchierare con tutti, neonati e anziani, bipedi e quadrupedi. La Mariele che sapeva ascoltare ed era sempre pronta a dare una mano. La Mariele che era un po’ la mamma di tutti noi da bambini e la nonna di tutti i nipoti. La nostra porta è sempre stata aperta, perché tu ci sei sempre stata, per tutti.
Avevi una naturale capacità di creare legami e spirito di gruppo che ha aiutato a generare, sia nel condominio di Milano che in quello di Teglio, dei fantastici microclimi fatti di condivisione, allegria e solidarietà. E questo nel tempo ha consolidato grandi amicizie che, insieme a quelle storiche tortonesi, sei sempre riuscita ad alimentare nel tempo con una costanza davvero unica. Perché tu non solo sapevi entrare nei cuori della gente, ma sapevi rimanerci.
Per papà, per i nonni e per i tuoi fratelli sei stata invece semplicemente “Mie”. Adoro questo nome, che rende così bene tutta la tua dolcezza, la tua capacità di accogliere, il tuo fortissimo senso della famiglia. Ma anche la serenità nella quale ci hai cresciute. Le nostre favolose estati trascorse a Noli, a Cannigione e a Teglio, quella piacevole spensieratezza, nell’armonia della nostra famiglia. Ci hai sempre condotte per mano lasciandoci libere di scegliere, sbagliare e crescere, forti dell’amore tuo e di papà e dei vostri valori. I tuoi insegnamenti erano nel tuo esempio e nella tua coerenza.
Grazie mamma per avermi spinto nel mondo, come mi hai scritto tu una volta per il mio compleanno. Nel dolore ci siamo separate quella prima volta e nel dolore ci dobbiamo separare anche adesso.
Mi faccio forte dell’insegnamento di S. Agostino che tieni appeso sopra il letto, scritto dalla nonna Mariuccia: “Non si perdono mai coloro che amiamo, perché possiamo amarli in Colui che non si può perdere…”.